entrambi le feste. Ci avviciniamo all’ultima parte dell’estate, dove chi ha fatto l’orto ed ha avuto fortuna o esperienza può gioire della raccolta dei propri frutti e fare la scorta di vitamine per l’inverno, mentre chi non ne ha avuto la possibilità o la voglia dovrà accontententarsi con l'acquisto dei prodotti nazionali, che per fortuna in questo momento dell'anno sono variati ed abbastanza gustosi.
Questa celebrazione si trova a mezza strada tra il solstizio estivo ed l’equinozio autunnale. In origine era considerata la festa dell’ultimo raccolto, in cui si celebrava la gratitudine per il grano raccolto, che una volta macinato, avrebbe dato sostentamento anche durante l’inverno. Inoltre si credeva che il Dio, nella sua rappresentazione dell’energia maschile, simboleggiata della raccolta, iniziasse il declino del suo potere attraverso la mietitura del grano stesso e quindi rappresentava anche il sacrificio del Dio Lugh. Mentre la Dea rappresentata dall’energia femminile della Terra inizia la sua discesa nel inframondo. Così questo ciclo simbolizza l'abbondanza della natura, della vita, come pure la morte e la rinascita. Ciò ci collega alle tradizioni celtiche durante le quali questa giornata si festeggiava Lugh (il cui nome deriva dalla radice Lux), Dio del Fuoco e della Luce, associato anche all’abilità e la creatività. Allora, ci si ritrovava per condividere i doni di madre terra e per mostrare le proprie abilità attraverso giochi e "performance" artistiche.
Curiosità: i Celti, in questa giornata celebravano i “matrimoni di prova” che duravano solamente un anno ed allo scadere se la convivenza non era stata soddisfacente, bastava ritornare al luogo della cerimonia, mettersi schiena contro schiena ed allontanarsi uno dall’altro.
Lammas si pronuncia “LAM-uhs.” E “Lughnasadh” si pronuncia “LOO-nuh-suh.” In entrambe si enfatizza la prima sillaba.
Tra i rituali di questo giorno, è presente (come dicevo) un bel fuoco, chiaramente è più naturale dei fuochi d’artificio, non spaventa gli animali e costa meno. Anche qui la consapevolezza fa da regina e quindi quando si accende il fuoco si può riflettere un attimo su quanto si desidera manifestare o lasciare andare durante questa stagione. Mentre si guardano le fiamme ci si può collegare con questa energia trasformatrice e fare delle offerte di ringraziamento al vostro Dio o Dea, chiedendo di ricevere la comprensione in merito agli insegnamenti ricevuti dalla vita e bruciando come dono propiziatorio la lavanda, che ha un ottimo odore, purifica, calma ed innalza l’animo e l’energia, che tra l'altro è rapportata al nostro 6° centro energetico il quale ha a che vedere con la nostra parte spirituale, con l'inspirazione e la percezione sottile. Chiaramente potete cantare, suonare o ballare e se il tutto è condiviso con amici, diventa ancora più bello e profondo nel suo significato.
Inoltre il fuoco può essere utilizzato in un altra forma, cioè per bruciare le credenze limitanti, le vecchie abitudini e lasciare andare le energie che non sono più gradite o non vi servono più. Tutto ciò mentre il fuoco consuma quanto scritto su un biglietto o la vostra offerta di lavanda, nella quale avrete infuso precedentemente la vostra intenzione. Scegliete quanto vi è più consono, ma alla fine è importante è sentire un senso di liberazione e rinnovo con l'emozione del cuore.
Anche l'usanza di fare una bambola di spighe, di paglia o di foglie di grano è carina (soprattutto se ci sono dei bambini), nell'antico rito celtico rappresentava Lugh ed il suo sacrificio se veniva bruciata, o rappresentava l’abbondanza se veniva data in pasto agli animali o conservata in casa/stalla, però può anche simboleggiare l’energia femminile se sepolta nei solchi dell’aratro o oggi giorno in giardino ed anche in un vaso di fiori. Secondo me alle nostre latitudini possiamo, in mancanza delle spighe o delle pannocchie, prendere anche dei mazzi di rosmarino o salvia, e durante l’esecuzione della "bambola/fantoccio" infonderli desideri e speranze per l’anno a venire, e come veniva fatto potete tenerla o bruciarla, ad ogni uno la libera scelta e soprattutto siate creativi.
Un altra attività consacrata a questa giornata può essere la passeggiata nella natura con la consapevolezza di gratitudine verso Madre Terra per il sostentamento che ci fornisce, se riuscite anche a stare senza scarpe è ottimo ed avrete un grande beneficio. Questo è un momento splendido per riflettere sui propri risultati, sulle lezioni imparate durante questa parte dell’anno, oppure riflettere sui traguardi futuri.
Per finire si può fare un pane (segue la ricetta in seguito) anche in questo caso con l'intenzione di gratitudine per il raccolto, l'abbondanza ed il collegamento con Madre terra e con le qualità nutritive del grano utilizzato, ed in seguito regalarlo o condividerlo con i vostri cari.
Ricetta per il pane di Bannock (originariamente in Scozia era fatto con di farina di Avena ed Orzo) ogni regione utilizza le sue farine locali.
Ingredienti e misure: C.= cucchiaio da minestra c. = cucchiaio da caffè
3 tazze di farina bianca o meglio bigia, se decidete per quella integrale dovrete aumentare leggermente l’acqua.
2 c. di lievito per torte o bicarbonato
1 pizzico di sale
1 1/2 tazza di acqua da aggiungere gradualmente per ottenere una consistenza ottimale
1/4 di tazza di burro fuso
1 Mischiare gli ingredienti secchi, aggiungere il burro mischiare con una forchetta, poi l’acqua piano piano in modo da non creare un pasto troppo bagnato. Dopo di che impastate almeno 10 volte su una superficie cosparsa di farina fino ad ottenere un impasto uniforme di circa 2cm di spessore.
Variante: si può introdurre foglie secche di salvia, rosmarino, cumino, mentre se si vuole un impasto dolce aggiungere 2 C. di zucchero a velo mischiato con 2 c. di cannella o in alternativa spolverarlo con cannella e zucchero una volta cotto.
Dunque e cuocere in padella a fuoco lento, per circa 15 minuti per parte fino a che sia dorato oppure infornare a 180° per circa 20/30 minuti.
Quindi vi auguro di passare nel modo migliore questa festa che affonda le sue radici in tempi antichi, la quale stranamente cade in concomitanza con la nostra festa nazionale. Permettetemi ancora un commento in merito alla riflessione che dovrebbe contemplare la gratitudine e la fortuna, di vivere in Svizzera, anche se ora non ha più il candore ed i principi, che furono presenti al momento della sua nascita.